Il movimento scautistico è nato nel 1907 in Inghilterra da un'idea di Robert Baden-Powell, con l'intento di creare un'associazione a carattere non partitico, aperto a tutti senza distinzione di origine, etnia e fede religiosa. Il movimento scout è diffuso a livello mondiale e, contando circa quaranta milioni di iscritti, è una delle più grandi organizzazioni di educazione non formale.
Scopo dello scautismo, fondato sul volontariato, è l'educazione dei bambini e bambine, ragazzi e ragazze ad una cittadinanza attiva e responsabile, predisposti a diventare “cittadini del mondo”, con l'obiettivo di migliorare la società e assertori della fratellanza tra i popoli. Il metodo educativo si basa sull'imparare facendo attraverso attività all'aria aperta e in piccoli gruppi.
Si basa, quindi, su un semplice codice di valori di vita (la Legge scout e la Promessa), sul principio dell'imparare facendo, che accompagna la crescita personale degli individui tramite l'esperienza attiva e partecipata, sulla metodologia di attività per piccoli gruppi, che sviluppa la responsabilità, la partecipazione e le capacità decisionali, e sulla sfida di offrire ai giovani attività sempre stimolanti ed interessanti. In particolare Robert Baden-Powell schematizza nei suoi scritti il suddetto sistema educativo in quattro punti fondamentali:
Prometto sul mio onore di fare del mio meglio per:
- compiere il mio dovere d'amore verso Dio, la patria, la famiglia e l'umanità;
- essere d'aiuto a chiunque in ogni occasione;
- vivere secondo la Legge Scaut.
La Legge del Lupetto, ideata da Vera Barclay, è così tradotta dall'Assoraider:
Prometto di fare del mio meglio per:
- compiere il mio dovere di amore verso Dio, la patria, la famiglia e l'umanità;
- osservare la Legge del Branco e compiere ogni giorno una buona azione.
L'Italia è il paese con il movimento scoutistico più frammentato. Nasce il 12 luglio 1910 a Bagni di Lucca, per iniziativa di un nobile inglese, Sir Francis Vane of Hutton (fondatore in Inghilterra di un movimento scout denominato National peace Scouts) che, con l'aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, fondò ufficialmente un primo reparto scout col nome di «Ragazzi Esploratori», da cui presero origine i Ragazzi Esploratori Italiani (REI), a carattere non militarista, sezione italiana dei British Boy Scouts. Subito dopo, il medico dottor James Richardson Spensley -popolare sportivo che, nell'estate del 1910, in Inghilterra, aveva conosciuto Baden-Powell- venuto a conoscenza della prima iniziativa di sir Francis Vane, con cui era in contatto, lo invitò a Genova il 13 novembre 1910 per tenere una conferenza sullo scautismo. Dopo la conferenza di Vane si costituì, per iniziativa di Spensley, un comitato per fondare una sezione dei REI. Il consiglio direttivo della sezione di Genova era composto, oltre che da Spensley in qualità di commissario, dal colonnello conte Ottavio Reghini come presidente e da Mario Mazza come segretario [1]. Il 18 e 19 dicembre dello stesso anno Vane organizzò a Firenze un convegno delle sezioni REI operative nel centro-nord Italia, durante il quale fu ufficialmente fondato il comitato regionale toscano e la struttura operativa [2]. Furono inoltre nominati i componenti del «comitato centrale» e sir Francis Vane fu confermato capo scout.
La REI, posta sotto l'alto patronato del Re, può essere considerata la prima associazione scout italiana.
Tra il 1911 e il 1912 Mazza lasciò l'associazione per contrasti ideologici sorti con il presidente della sezione genovese, Ottavio Reghini, riguardanti l'aspetto confessionale. Mazza ricostituì quindi le sue Gioiose Liguri, questa volta in chiave scout, e successivamente, nel 1915, le denominò Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani (RECI). Nonostante il nome, quest'associazione non andò mai oltre i confini della Liguria. Alla RECI è da attribuire la primogenitura dello scautismo cattolico italiano.
Nel gennaio del 1912 il medico Carlo Colombo [3], terminato di scrivere lo statuto del suo movimento diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani» (Boy Scout d'Italia) (CNGEI) e «Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane» (Girl Scout d'Italia), con lo scopo d'essere strumento educativo per tutti i ragazzi e le ragazze italiane, compì un esperimento fondativo con un gruppo di giovani della «Società Sportiva Podistica Lazio», conclusosi nell'ottobre del 1912, ai prati della Farnesina a Roma. Fu un gran successo e da quell'iniziativa ebbe origine, all'interno della società, la quarta sezione, dedicata «all'istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi esploratori».
Il CNGEI fu fondato ufficialmente a Roma il 30 giugno 1913. Al suo interno confluirono parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori Italiani. I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout, usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio col motto «Sii preparato». Dal 5 maggio 1915 il CNGEI fu posto sotto l'alto patronato del Re, del Presidente del Consiglio e di cinque Ministeri. Il 21 dicembre 1916 il capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione Francesco Ruffini, dichiarò il CNGEI ente morale, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù.
Il CNGEI tentò invano di sanare la frattura con gli esploratori cattolici: il 16 gennaio 1916 nacque l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana - Esploratori d'Italia (ASCI), che ebbe ben presto l'approvazione pontificia. Il primo commissario centrale fu il conte Mario di Carpegna [4], guardia nobile del papa. Uno dei punti fondamentali della nuova associazione scout fu la catechesi.
Nel 1920 si tenne il primo Jamboree mondiale (riunione dei rappresentanti degli scout nel mondo), ospitato nell'area espositiva di Olympia, a Londra. Furono presenti anche le delegazioni italiane dell'ASCI, composta da diciotto scout guidati da Mario Mazza e Mario di Carpegna, e del CNGEI, formata da Carlo Ratti e Bruno Cavalieri Ducati con altri quattro esploratori. In contemporanea al Jamboree si tenne la prima conferenza internazionale per discutere sulla costituzione di un comitato internazionale permanente. L'ASCI ed il CNGEI, in seguito alla loro partecipazione, furono dichiarate e registrate come soci fondatori della conferenza internazionale scout.
Tra il 1927 e il 1928 il fascismo sciolse le associazioni scout italiane per far confluire tutti i ragazzi nei Balilla. Nonostante ciò alcuni gruppi scout, in varie località d'Italia, continuarono a praticare clandestinamente lo scautismo, dando vita alla cosiddetta Giungla silente. Alcuni degli scout clandestini formarono dei gruppi che presero parte alla Resistenza. Il più famoso fu quello delle Aquile randagie.
Il 21 novembre 1944 a Roma venne firmato tra le due associazioni ASCI e CNGEI l'atto costitutivo della Federazione Esploratori Italiani (FEI), seguito, otto mesi più tardi, dal ramo femminile dell'AGI e dell'UNGEI, che diedero vita alla Federazione Italiana Guide Esploratrici (FIGE). Le due federazioni furono ufficialmente riconosciute dai movimenti mondiali scout e guide, WOSM e WAGGGS.
Tra la metà degli anni Sessanta e Settanta lo scautismo italiano visse una profonda crisi relativa all'applicazione del metodo, conoscendo sconvolgimenti e scissioni che portarono al moltiplicarsi di nuove realtà associative parallele allo scautismo «ufficiale». Si cominciò il 22 giugno del 1965, quando l'ing. Aldo Marzot, già capo scout del CNGEI e fuoriuscitone nel 1962, fondò a Roma l'Associazione Italiana di Scautismo Raider (Assoraider), d'ispirazione «aperta» (pluriconfessionale). Peculiarità dell'Assoraider è l'attivazione della cosiddetta "quarta branca" dopo i rover, ovvero quella raider, che mira a completare il percorso formativo del giovane scout fino all'età adulta. Il 28 gennaio 2012, all’Assemblea Europea della WFIS, l'Assoraider è stata riconosciuta come prospect member di questa federazione.
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